Come farsi ascoltare senza urlare
È capitato anche a te di rimproverare tua figlia o tuo figlio URLANDO? URLANDO A SQUARCIAGOLA? Non sei l’unica mamma.
La domanda che spesso i genitori mi pongono durante le conferenze nelle scuole è: “Federica, ma perché io urlo con i miei figli?”.
Perché urli? Ma posso saperlo io? Cerco le risposte e sono molteplici, per esempio: perché tuo figlio non mette a posto i giochi, perché non fa i compiti, perché lascia la camera in disordine, perché lo chiami tante volte e non arriva, perché dice le bugie, perché non si lava, perché non studia… Insomma, ci sono tantissimi motivi, ma quello che voglio sottolineare è che gli urli (o le urla) verso i figli hanno a che fare con il loro comportamento e con un atteggiamento che spesso ai genitori non piace.
In ogni caso, a questo punto del discorso con i genitori, pongo queste utilissime domande: “Serve a qualcosa urlare?”, ma soprattutto: “Che effetti ha su vostro figlio?”. E solitamente loro mi guardano allibiti, si aspettano una risposta risolutiva.
Perché un genitore che urla è un genitore che ha perso il controllo della situazione. Sei d’accordo con me? Il genitore che urla, non è più un punto di riferimento, un punto di riferimento fermo e deciso per il figlio (cosa che un figlio si aspetta e di cui ha bisogno).
Prova a pensare a questo: urlare è anche una manifestazione di aggressività. Porta tuo figlio a pensare che in quel momento tu non gli vuoi bene. Inoltre, considera che quando urli il cervello di tuo figlio fa click, si spegne, si sconnette. Lui non ti ascolta più. Capisco bene che venga spontaneo alzare il tono di voce, ma è assodato che non funziona.
“Ma allora Federica”, mi viene chiesto, “come fai a rimproverare i tuoi figli senza urlare?”. È presto detto: con un po’ di autocontrollo e un po’ di pazienza si possono dire le stesse cose senza urlare. La “santa pazienza” di cui parlavano le nonne. Mia nonna lo diceva sempre: santa pazienza!
Ti faccio un esempio. Entri in casa e ti accorgi che tuo figlio ha disegnato una parete, una magnifica parete bianca che da perfettamente pulita è ora tutta scarabocchiata, il danno è stato fatto, un disastro, scatta l’urlo: OH NO, NO, NOOO! Oppure?
Eccoti dei piccoli suggerimenti che in un caso come questo puoi subito applicare.
👉 Primo
Cerca di controllarti, e prima di iniziare a urlare chiediti sempre: qual è l’azione di mio figlio che mi dà fastidio? Qual è il comportamento che non sopporto in questo momento? È un esercizio mentale, un allenamento che ti aiuta a pensare, cercando di vedere e di immaginare le conseguenze di determinati comportamenti che tu non gradisci.
👉Secondo
Ora è il turno della pazienza, quindi chiediti: serve a qualcosa urlargli contro? È utile? È produttivo? A tuo figlio non serve per niente che tu abbia urlato, inoltre urlare non esclude affatto che possa rifare le stesse cose. Perché io sono sicurissima che, finito di urlare, lui rifarà le stesse cose. E a te cosa è servito urlare? Uno sfogo personale. Per tuo figlio un azione del genere può voler dire tante cose. Può aver scarabocchiato il muro per divertirsi, per farti vedere quanto è stato bravo, perché gli piacciono i colori…
👉Terzo
E ora vediamo come si può risolvere questo problema. Ha disegnato sul muro, non ti piace, quindi puoi pulire il muro assieme a tuo figlio, cioè puoi dare una piccola “punizione” simbolica (quanto non mi piace questa parola!). E invece di urlare gli dici “ora aiutami a pulirlo”. E anche se forse alla fine non sarà poi pulito così bene, farlo assieme lo coinvolge e male non fa. Oppure, molto tranquillamente, puoi semplicemente chiedere a lui di pulirlo, magari con i suoi tempi.
In conclusione👇👇👇
C’è chi questo l’ha fatto a 18 anni (mio figlio! e non chiedermi come è andata a finire…).
Secondo te, dopo questa esperienza, disegnerà ancora sul muro di casa? Evviva la santa pazienza, lo esclamava (ma non lo urlava) sempre mia nonna: “santa pazienza!”.
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Cosa ne pensi? Non vedo l’ora di leggerlo nei commenti qui sotto. 👇👇👇
Sei un genitore e ti sembra che ultimamente tuo figlio sia strano,
non ride più con te, non riesci a parlarci e sta sempre attaccato al t telefono o al computer?
Ti trovi in difficoltà quando si comporta così e non sai cosa fare?
Come a tante altre famiglie capita anche a te di litigare in continuazione con i tuoi figli?
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